mercoledì 25 maggio 2011

Centro Cavrea: dal progetto alla realtà



L’attività fisica può considerarsi come uno dei maggiori contributori per la prevenzione di molte malattie croniche. Al contrario, numerosi studi hanno dimostrato come la riduzione dell’attività fisica sia da considerarsi ormai un consolidato fattore di rischio per lo sviluppo di malattie quali il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e obesità.




Gli effetti dell’inattività, inoltre, possono essere molto pericolosi anche in quelle categorie che sembrerebbero esserne immuni, quali gli atleti di élite ex-professionisti. Questi, infatti, possono divenire soggetti a questo tipo di patologie una volta cessata l’attività intensiva sportiva. Studi effettuati sul de-training in atleti americani hanno messo in evidenza un cambiamento nella sensibilità all’insulina, nella composizione corporea e nel profilo lipidico, elementi caratterizzanti la sindrome metabolica.
La pratica agonistica continuativa, inoltre, è responsabile della comparsa precoce di patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico che possono limitare le capacità lavorative. 
Un altro aspetto non trascurabile del brusco abbandono dell’attività sportiva agonistica può essere quello della comparsa, in soggetti predisposti, di manifestazioni d’instabilità psicologica.



Scopo principale e proposta operativa
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Attuare una monitorizzazione di atleti professionisti dopo l’abbandono dell’attività sportiva per poter studiare eventuali modificazioni a carico di vari apparati, espressione di patologia, con valutazioni generali cardiovascolari, metaboliche, ortopediche e psicologiche.
In caso di necessità, trovare soluzioni ai bisogni attraverso il Servizio Sanitario Nazionale e le federazioni sportive (questi servizi verranno erogati dalla struttura di Medicina dello Sport dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, inizialmente a livello regionale poi a livello nazionale).



Scopo secondario.

Comprendere se il mantenimento della condizione fisica e quindi dello stato di salute sia di per sé geneticamente determinato o modificabile nel tempo, una volta cambiati le abitudini e lo stile di vita del soggetto.

Strutture coinvolte
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Un centro di alta rilevanza medica e scientifica nel quale assistenza e ricerca possano svilupparsi vicendevolmente per venire incontro ai bisogni medici di ex-atleti delle più diverse discipline sportive, dando vita al contempo a una banca dati nazionale in grado di fornire informazioni su eventuali correlazioni fra prolungata attività fisica e patologie: un simile progetto, particolarmente necessario a seguito della poderosa crescita dello sport professionistico e semiprofessionistico, diventa oggi concreta realtà grazie alla creazione del Centro di Assistenza, Valutazione clinica e Ricerca ex-Atleti (Cavrea). Il Centro nasce come naturale sviluppo e ulteriore qualificazione dell’Agenzia di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, già operante nell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e nel Dipartimento Interaziendale della rete della Medicina dello Sport dell’Area Vasta Centro, diretta dal professor Giorgio Galanti.
L’intera iniziativa nasce sotto l’egida della Regione Toscana, la cui Giunta ha deliberato l’attuazione del progetto nell’ottobre 2009 e lo ha reso operativo nel dicembre 2010, partendo da un’idea proposta all’Assessorato regionale alla sanità dall’ex-scarpetta rossa della Simmenthal Milano, Massimo Masini.
Ad affiancare Cavrea nel conseguimento di tali obiettivi sarà Cavrea Onlus, fondata da Regione Toscana, Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e Comune di Montecatini, nel territorio del quale avrà la propria sede operativa. Cavrea Onlus, nel medesimo ambito dell’assistenza sanitaria, della valutazione clinica e della ricerca a favore degli ex-atleti, si prefigge di organizzare convegni e manifestazioni attinenti agli scopi istitutivi; di acquisire sponsorizzazioni, donazioni e contributi da soggetti pubblici e privati da utilizzare per borse di studio e assegni di ricerca e per l’acquisto di strumentazioni utili allo sviluppo del centro medico-scientifico. Non secondario sarà poi l’impegno nel sostenere, in casi di accertato bisogno, le spese di viaggio e di soggiorno di ex-atleti presso il Centro e di reperire, per chi di loro si trovi in stato di indigenza, dignitose sistemazioni attraverso la collaborazione di istituzioni e privati.



articolo pubblicato su gazzetta.it, scritto dal Professor Giorgio Galanti, Direttore dell’Agenzia di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, Università degli Studi di Firenze


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