mercoledì 2 marzo 2011

Ciaspole, la montagna per tutti


Il ritorno delle racchette, eredi di uno stile "antico" di andar per monti d'inverno. Gli eventi, i consigli pratici, i luoghi dedicati


Le snowshoes erano di legno e corda intrecciata, talvolta di tendini animali, lunghe come gli sci "fat" che si usano oggi in neve fresca. Snowshoes, nei vecchi manuali, era d'altronde il nome degli sci in area anglosassone, prima che venissero battezzati ski con un sostantivo d'origine norvegese.

Qualche etnologo azzarda che siano stati gli indiani d'America (loro le usavano fin da inizio Ottocento, forse prima) gli inventori, se non degli sci tout-court, almeno degli attrezzi da fondo. Non quindi gli scandinavi o i nomadi delle pianure russe. La funzione era la stessa, allargare la superficie della suola per muoversi sulla neve senza affondare. Non cambia oggi, con racchette in metallo o in fibre varie, più o meno ampie, aggressive e con denti d'acciaio per i pendii più erti, accessoriate e di colori diversi.

Racchette, ciaspole, ciaspe o ciastre (seconda i vari dialetti alpini) qualsiasi foggia abbiano, la moda non nasce dal nulla e spiega perché, reintrodotte una quindicina d'anni fa su un mercato da cui quasi erano sparite, hanno visto in breve tempo un boom di vendite e l'avvicinamento alla montagna invernale di una massa multiforme di praticanti che giudicavano troppo faticoso lo scialpinismo e che al massimo si concedevano qualche uscita sugli sci da fondo escursionistico. Le racchette, leggere e meno ingombranti, da appendere sullo zaino dove la neve finisce, più facili in salita e non troppo complicate in discesa, risolvono gran parte dei problemi di chi agli sport sulla neve non si è mai abituato.

La crescita esponenziale dei racchettisti ha presto messo in moto una ricca industria degli accessori e un mercato editoriale che sta coprendo le intere Alpi e gli Appennini, spesso adottando le tradizionali guide per lo scialpinismo più facile, ma andando anche a scoprire mete nuove, perché le racchette non impediscono di muoversi nei boschi più fitti e sono ideali sugli itinerari con scarsa pendenza che ai cugini sciatori sembrano, come si dice in gergo, meno remunerativi. Per il resto, le norme di comportamento, i pericoli, i trucchi sono assai simili, come per tutte le discipline invernali. Il rischio di valanghe, per dire, non è minore solo perché ci sembra che le tracce a zampa d'orso delle racchette sulla neve siano più "delicate" del taglio netto di un pendio con le lamine degli sci.

E accade anzi (lo si comprende scorrendo i bilanci di fine anno del soccorso alpino) che siano proprio i racchettisti, apparentemente in cammino su terreni sicuri, tra le categorie più a rischio di incidenti. La spiegazione è meno misteriosa di quanto possa sembrare: si tratta perlopiù di buoni conoscitori della montagna che però hanno scarsa dimestichezza con i terreni coperti di neve.

Ciò non toglie che le racchette siano un approccio alla montagna bianca ideale anche per i bambini. "Le racchette da neve sono il mezzo più semplice per muoversi sulla neve: un modo per continuare a camminare in montagna anche d'inverno". Non solo. I primi a sfruttare i nuovi modelli sfornati dalle aziende sono stati gli snowboarder che altrimenti non avrebbero potuto risalire i pendii di neve fresca. E da sempre le racchette sono le fedeli compagne degli alpinisti invernali, per raggiungere la base delle pareti su cui arrampicare.

Ma hanno cominciato a ingrossarsi anche le file dei "corridori", gli appassionati che nella stagione buona si cimentano in maratone e corse non competitive e in inverno si mettono alla prova sulla neve. La regina della manifestazioni in tema è la Ciaspolada della val di Non, in Trentino: la trentottesima edizione si è disputata il 6 gennaio con quasi settemila partecipanti. Nel 1972 i concorrenti erano diciotto. E oltre duemila si son dati battaglia nell'undicesima Racchettinvalle in Piemonte a Pragelato, nell'alta val di Susa, non a caso inserita in un programma che comprende la Turin Marathon e varie altre competizioni podistiche.

L'attrezzatura, a differenza di altri sport invernali, è ridotta all'osso e relativamente economica. Le racchette hanno prezzi variabili (per spedizioni online vi suggerisco Sportler o www.auvieuxcampeur.fr) che variano da una sessantina a quasi 300 euro. La differenza è data da robustezza, peso, possibilità in qualche caso di modificare la superficie, utile su neve inconsistente, e soprattutto la versatilità degli attacchi, che sono basculanti come quelli da fondo e permettono di accogliere normali pedule invernali o più massicci scarponi da alpinismo. Tra i modelli di maggiore successo, il Tacul Light della Salewa, con una struttura leggera che permette un galleggiamento ottimale, abbastanza economico, e sul versante opposto le Lightning Ascent di Msr in tubo di alluminio, robustissime per lunghe escursioni, con un sistema di aggancio a fibbie di gomma che si adatta a qualsiasi calzatura. Chi non vuole spendere, può approfittare del servizio di noleggio offerto da negozi di articoli sportivi, guide alpine, perfino alberghi.

Le scarpe devono garantire impermeabilità e coibentazione. Si possono scegliere scarponi da alpinismo come il Nepal di La Sportiva, studiato per salite invernali; scarpe studiate per i grandi freddi, alte sulla caviglia, come il tradizionale Caribou di Sorel o il nuovissimo Lapponia di Scarpa, con la scarpetta interna in lana vergine e alluminio; e ancora pedule invernali, necessariamente da abbinare, però, a una ghetta in nylon o in cotone spalmato. In mano, bastoncini di lunghezza regolabile, non diversi da quelli per lo scialpinismo, ma anche un normale paio da sci. Infine, uno zaino leggero e un abbigliamento tipicamente a cipolla, per svestirsi e ricoprirsi in velocità.

Per le prime uscite ci si può affidare alle sezioni del Cai che, come si è visto, hanno inserito ormai stabilmente le escursioni con le racchette nei loro programmi. Per chi vuol fare da sé, i titoli in libreria cominciano a essere numerosi.

Anch'io voglio provare questo "nuovo" modo di andare per montagne ...

Blogger Markus

PS: per aver sempre tanta energia quando faccio sport io mi aiuto con ....

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