sabato 8 ottobre 2011

Chili di troppo? Nello sport si pagano così ...

Ecco quanto il peso in eccesso riduce le prestazioni degli atleti in termini di tempi e misure. Un esempio? Tre minuti in più al chilo per chi corre la maratona.










Spesso si parla di come i calciatori tornano in "peso-forma" dopo un periodo in cui erano palesemente più grassi. In effetti, a parità di efficenza fisica, le capacità prestative peggiorano se si accumula adipe in eccesso, soprattutto negli sport nei quali si deve trasportare o sollevare il proprio corpo. Un chilo di grasso in più, fa peggiorare maggiormente chi è minuto (meno di 60kg) rispetto a chi essendo alto e muscoloso, supera gli 80kg.

Gli svantaggi del grasso in eccesso, a ogni modo, sono tutt'altro che trascurabili, vediamo nello specifico come influiscono sulle prestazioni.

MARATONA: con un adipe accresciuto di 1 kg, le prestazioni peggiorano di 2'-3'.

CORSA 1500 METRI: si peggiora di 3" il proprio tempo se il corpo si appesantisce di 1kg.

CORSA 5000 METRI: se il grasso aumenta di 1 kg c'è un peggioramento della prestazione di 10"-15".

CALCIO E RUGBY: nello scatto le prestazioni si riducono del 15% con 1 kg di massa grassa in più.

CICLISMO: 1kg di sovrappeso rallenta di circa 3" a chilometro il tempo su una salita all'8%

BASKET/PALLACANESTRO: in un cestista di 70kg avere 1kg di grasso in più riduce di un centimetro e mezzo l'elevazione

L'unico sport nel quale l'atleta non è svantaggiato dal fatto di avere percentuali altissime di massa grassa è il sumo, la lotta giapponese in cui il peso molto elevato di un atleta mette in maggiore difficoltà l'avversario.

Blogger Markus

articolo tratta "sportweek", inserto del sabato della "gazzetta dello sport"

giovedì 6 ottobre 2011

Sovrappeso 1,5 miliardi di persone: il pianeta è obeso, si salva solo l'Asia



La rivista Lancet dedica il numero all'allarme obesità. Il problema è diffuso oggi soprattutto tra i più poveri, a causa del cibo spazzatura. In Europa l'Olanda è un'isola felice. I più pesanti in assoluto in Oceania: sono gli abitanti di Nauru, Tonga e Cook.

C'è solo qualche isola felice in Asia: Cina e Giappone soprattutto. Per il resto il pianeta è "tondo", con un miliardo e mezzo di adulti in sovrappeso e un altro mezzo miliardo di obesi. In Europa ci sono pochissime eccezioni, come l'Olanda, che si salva grazie all'abitudine di andare in bicicletta. E non va meglio tra i più piccoli: sono 170 milioni i bambini obesi e in sovrappeso.

I dati arrivano dalla rivista Lancet che questa settimana dedica uno speciale alla pandemia di obesità che appesantisce la Terra. A differenza del passato, il problema è diffuso in particolare tra i poveri, che non hanno abbastanza denaro per diete sane e sono spesso costretti a nutrirsi di cibo spazzatura.

E' soprattutto nel mondo femminile che si nota una differenza tra un Paese e l'altro. In Giappone e Cina, solo una donna adulta su 20 è obesa contro una su dieci in Olanda, una su quattro in Gran Bretagna e Australia, una su tre in negli Stati Uniti. I più pesanti in assoluto sono gli abitanti delle isolette di Nauru, Tonga e Cook in Oceania (da cui non a caso provengono molti lottatori di sumo): a Tonga sono sette su dieci le donne obese.

Eppure, basterebbe poco per invertire la tendenza. Secondo uno degli esperti sentiti da Lancet (Kevin Hall del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases) tagliare dall'alimentazione quotidiana 250 calorie ogni giorno farebbe perdere 13 chili in tre anni. La maggior parte entro il primo anno. E in fondo si tratterebbe solo di rinunciare ogni giorno all'equivalente di uno snack al cioccolato.

In Italia, stando ai dati dell'ultimo Rapporto Osservasalute, più di un terzo della popolazione adulta (35,5%) è in sovrappeso, mentre quasi una persona su dieci è obesa; in totale, il 45,4% della popolazione adulta ha un peso fuori norma. Per quanto riguarda i bambini, la quota complessiva di quelli grassi è il 34%. Tra gli otto e i nove anni hanno problemi di sovrappeso e obesità rispettivamente il 22,9% e l'11,1% dei bambini.


Blogger Markus

articolo tratto da www.repubblica.it

lunedì 3 ottobre 2011

Quali sono i cibi più ricchi di fibre?

Spesso si parla di fibre come di qualcosa che "facilita la regolarità dell'intestino". Questo è dovuto al fatto che le fibre transitano nell'apparato digerente rimanendo sostanzialmente integre e raccogliendo scorie durante il loro passaggio. Questa capacità di favorire la mobilità rende le fibre essenziali per la digestione ed il benessere in generale.



Quali sono le proprietà delle fibre? Le fibre coadiuvano l'apparato digerente nella trasformazione del cibo, supportano l'assorbimento dei nutrienti e aiutano a prevenire la costipazione. Le fibre possono anche favorire il benessere del sistema cardiovascolare poichè regolano i livelli dei grassi nel sangue.

Presenti solo in cibi di origine vegetale, le fibre si dividono in due categorie: fibre solubili e fibre insolubili. Le fibre non vengono digerite, quindi non sono usate per la produzione di energia, ma vengono espulse dal corpo. Le fibre solubili costituiscono una massa inerte che agevola il transito del cibo nel tratto intestinale. L'apporto di entrambi i tipi di fibre è essenziale.

Ma quali sono i cibi più ricchi di fibre? Molte ottime fonti di fibre come frutta e verdura, avena, crusca d'avena e semi di lino, sono ricchi di fibre sia solubili che insolubili. Fibre solubili: frutta e verdura (in particolare arance, mele e carote) , avena e crusca d'avena, piselli, fagioli, lenticchie, orzo e frutta in guscio. Fibre insolubili: frutti e verdura (con la buccia) cereali integrali, avena, furtta in guscio e semi.

Le fibre sono ottime anche per il controllo del peso! Consumare cibi ricchi di fibre non solo fa bene alla salute, ma può anche favorire il controllo del peso perchè le fibre prolungano la digestione e quindi anche la sensazione di sazietà.

Un aiuto a rispettare il fabbisogno giornaliero di fibre: ogni frullato di Formula 1 contiene almeno 2,5 gr di fibre. Multifibre può aiutare a raggiungere un sufficiente apporto di fibre e favorire una migliore digestione.