domenica 29 maggio 2011

Ipertensione, problema di tanti
: lo sport è la cura più indicata!


L’ipertensione è un problema che interessa, solo in Italia, almeno 15 milioni di persone, con un’incidenza e un tasso di mortalità preoccupanti: circa 240 mila decessi, pari al 40% di tutte le morti legate a patologie cardiovascolari.

“Conosci i valori della tua pressione e raggiungi l’obiettivo”: questo lo slogan che anima la VII Giornata Mondiale contro l’ipertensione arteriosa. Il 17 maggio gli esperti della SIIA, Società Italiana Ipertensione Arteriosa, sono scesi in campo, con 100 postazioni sparse in tutto il territorio italiano per informare e sensibilizzare su questa patologia così diffusa, ma altrettanto trascurata. Numerose le iniziative tra cui misurazione della pressione e consulenze gratuite, anche presso i Centri Ospedalieri per l’Ipertensione Arteriosa, aperti per l’occasione, e presso numerose farmacie, grazie alla collaborazione con la Federazione Ordini Farmacisti Italiani, Fofi, e Federfarma. Il personale specializzato ha distribuito materiale informativo e a tutti gli interessati ha offerto la misurazione gratuita della pressione arteriosa.

LO SPORT COME CURAL’ipertensione può essere tenuta sotto controllo in diversi modi. Farmacologicamente, riducendo il proprio peso corporeo, cercando di limitare al massimo i fattori stressanti, moderando gli alcolici, eliminando droghe e fumo, praticando attività fisica. Dal momento che lo sport non solo riduce sovrappeso e stress, ma arreca all’organismo ulteriori benefici, specie al sistema cardiovascolare, ecco che si dimostra tra le tante ‘terapie’ quella più soddisfacente e completa, sia a livello di prevenzione che di trattamento. Numerosi studi hanno, infatti, già da tempo dimostrato che, non solo, ogni chilo perso si traduce in 1 mmHg in meno di pressione sia massima che minima, ma anche che un regolare esercizio fisico in pazienti con ipertensione lieve o moderata riduce la pressione arteriosa sistolica di 8-10 mmHg e quella diastolica di 7-8 mmHg. In pratica, l'esercizio fisico è in grado di diminuire di circa il 50% il rischio di danni cardiovascolari e cerebrali causati da una pressione eccessiva. Una riduzione che tutti voi potete direttamente controllare, dal momento che l’allenamento ha un effetto ipotensivo anche a breve termine: dopo aver eseguito un esercizio di tipo aerobico di 30-40 minuti, per circa 13 ore la vostra pressione rimarrà più bassa di 5-8 mmHg. Ma come si spiega dal punto di vista strettamente scientifico un simile beneficio? Sono tre i fattori che incidono maggiormente. L’aumentata capillarizzazione a livello muscolare e cardiaco che sviluppa un micro ciclo coronarico; il maggiore apporto di sangue ed ossigeno a tutti i tessuti ed in particolare al muscolo cardiaco; la riduzione delle resistenze periferiche, sia grazie alla diminuzione dell'attività di alcuni ormoni e dei loro recettori (catecolamine), sia grazie all'aumento del letto capillare.

LO SPORT PIU' ADATTOLo sport più indicato per chi soffre di pressione alta deve innanzitutto essere aerobico, ovvero un’attività fisica di durata, almeno 20-30 minuti, svolta a media intensità, quindi non superando mai il 70% del massimale, praticata regolarmente per minimo tre volte alla settimana. Tipici esempi di lavoro aerobico sono la marcia, il jogging, la corsa, il nuoto di resistenza ed il ciclismo. Per quanto concerne l’impatto sul paziente iperteso delle tante discipline sportive ad impegno misto, che hanno cioè sia una componente anaerobica che aerobica, come lo sci, il tennis, il calcio, il basket e altre, la scienza ad oggi ancora non si pronuncia in modo definitivo ed inequivocabile. Mentre rivalutata negli ultimi tempi, è l’attività di tonificazione (con o senza pesi e se abbinata ad un programma cardio) in passato assolutamente controindicata. E’ infatti risaputo che durante la contrazione muscolare si verifica una parziale occlusione dei vasi sanguigni che produce un aumento delle resistenze periferiche ed un maggiore lavoro del cuore costretto a contrarsi per contrapporsi a queste maggiori resistenze. Di conseguenza, la pressione arteriosa sistolica (pressione massima) aumenta bruscamente fino a raggiungere anche valori di 300 mmHg contro i normali 120 mmHg. Questo brusco innalzamento è potenzialmente pericoloso per cardiopatici, ipertesi e diabetici. Viceversa questa tipologia di attività fisica diviene utile e priva di rischi se si seguono le seguenti indicazioni: si deve procedere con gradualità; il numero di ripetizioni per esercizio deve essere elevato (20-25 o più ripetizioni); i carichi utilizzati devono essere moderati (40-60% del massimale); si deve eseguire una corretta tecnica di respirazione, inspirando durante la fase di scarico dell'esercizio, tipicamente quando il peso ritorna alla posizione iniziale, ed espirando durante la fase di carico dell'esercizio, ovvero quando si fa più fatica; - se non si è esperti è consigliato affidarsi ad un personal trainer qualificato che imposti il programma di allenamento e segua l’esecuzione degli esercizi.

Tratto da gazzetta.it a presto da Blogger Markus

mercoledì 25 maggio 2011

Centro Cavrea: dal progetto alla realtà



L’attività fisica può considerarsi come uno dei maggiori contributori per la prevenzione di molte malattie croniche. Al contrario, numerosi studi hanno dimostrato come la riduzione dell’attività fisica sia da considerarsi ormai un consolidato fattore di rischio per lo sviluppo di malattie quali il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e obesità.




Gli effetti dell’inattività, inoltre, possono essere molto pericolosi anche in quelle categorie che sembrerebbero esserne immuni, quali gli atleti di élite ex-professionisti. Questi, infatti, possono divenire soggetti a questo tipo di patologie una volta cessata l’attività intensiva sportiva. Studi effettuati sul de-training in atleti americani hanno messo in evidenza un cambiamento nella sensibilità all’insulina, nella composizione corporea e nel profilo lipidico, elementi caratterizzanti la sindrome metabolica.
La pratica agonistica continuativa, inoltre, è responsabile della comparsa precoce di patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico che possono limitare le capacità lavorative. 
Un altro aspetto non trascurabile del brusco abbandono dell’attività sportiva agonistica può essere quello della comparsa, in soggetti predisposti, di manifestazioni d’instabilità psicologica.



Scopo principale e proposta operativa
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Attuare una monitorizzazione di atleti professionisti dopo l’abbandono dell’attività sportiva per poter studiare eventuali modificazioni a carico di vari apparati, espressione di patologia, con valutazioni generali cardiovascolari, metaboliche, ortopediche e psicologiche.
In caso di necessità, trovare soluzioni ai bisogni attraverso il Servizio Sanitario Nazionale e le federazioni sportive (questi servizi verranno erogati dalla struttura di Medicina dello Sport dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, inizialmente a livello regionale poi a livello nazionale).



Scopo secondario.

Comprendere se il mantenimento della condizione fisica e quindi dello stato di salute sia di per sé geneticamente determinato o modificabile nel tempo, una volta cambiati le abitudini e lo stile di vita del soggetto.

Strutture coinvolte
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Un centro di alta rilevanza medica e scientifica nel quale assistenza e ricerca possano svilupparsi vicendevolmente per venire incontro ai bisogni medici di ex-atleti delle più diverse discipline sportive, dando vita al contempo a una banca dati nazionale in grado di fornire informazioni su eventuali correlazioni fra prolungata attività fisica e patologie: un simile progetto, particolarmente necessario a seguito della poderosa crescita dello sport professionistico e semiprofessionistico, diventa oggi concreta realtà grazie alla creazione del Centro di Assistenza, Valutazione clinica e Ricerca ex-Atleti (Cavrea). Il Centro nasce come naturale sviluppo e ulteriore qualificazione dell’Agenzia di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, già operante nell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e nel Dipartimento Interaziendale della rete della Medicina dello Sport dell’Area Vasta Centro, diretta dal professor Giorgio Galanti.
L’intera iniziativa nasce sotto l’egida della Regione Toscana, la cui Giunta ha deliberato l’attuazione del progetto nell’ottobre 2009 e lo ha reso operativo nel dicembre 2010, partendo da un’idea proposta all’Assessorato regionale alla sanità dall’ex-scarpetta rossa della Simmenthal Milano, Massimo Masini.
Ad affiancare Cavrea nel conseguimento di tali obiettivi sarà Cavrea Onlus, fondata da Regione Toscana, Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e Comune di Montecatini, nel territorio del quale avrà la propria sede operativa. Cavrea Onlus, nel medesimo ambito dell’assistenza sanitaria, della valutazione clinica e della ricerca a favore degli ex-atleti, si prefigge di organizzare convegni e manifestazioni attinenti agli scopi istitutivi; di acquisire sponsorizzazioni, donazioni e contributi da soggetti pubblici e privati da utilizzare per borse di studio e assegni di ricerca e per l’acquisto di strumentazioni utili allo sviluppo del centro medico-scientifico. Non secondario sarà poi l’impegno nel sostenere, in casi di accertato bisogno, le spese di viaggio e di soggiorno di ex-atleti presso il Centro e di reperire, per chi di loro si trovi in stato di indigenza, dignitose sistemazioni attraverso la collaborazione di istituzioni e privati.



articolo pubblicato su gazzetta.it, scritto dal Professor Giorgio Galanti, Direttore dell’Agenzia di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, Università degli Studi di Firenze


domenica 22 maggio 2011

Energie da vendere


Chi l’ha detto che avere cali di energie sia normale e inevitabile? Mantenere livelli costanti di energia per tutta la giornata, persino dopo il lavoro, è possibile. Ed è anche più facile di quanto pensi.

Per prima cosa, le nostre energie dipendono da cosa mangiamo e quando mangiamo. I pasti che contengono troppi carboidrati raffinati e poche proteine possono provocare un rapido aumento degli zuccheri nel sangue seguito da un altrettanto brusco calo che può lasciarci a corto di energie dopo appena una o due ore.

Al contrario, un pasto equilibrato a base di carboidrati sani (frutta, verdura e cereali integrali), abbinato a un buon apporto di proteine (pesce, pollame, albume, carni magre, latticini magri e integratori proteici) non solo aiuta a regolarizzare il livello di zuccheri nel sangue, ma favorisce anche la concentrazione.

Mettersi a dieta

Saltare i pasti, ovviamente, non aiuta affatto dal punto di vista delle energie. Il cibo è il carburante di ogni nostra attività, sia fisica che mentale, e diventa molto difficile mantenersi vitali e concentrati lasciando lo stomaco vuoto. Inoltre, quando si salta un pasto si è tentati di mangiare la prima cosa che capita a tiro – e di solito si tratta di scelte poco nutrienti. Cerca di avere a portata di mano degli spuntini sani (ad esempio frutta, yogurt o barrette proteiche) e se non hai tempo per prepararti un pasto sano, una barretta Herbalife sostituto del pasto è un’ottima alternativa perché ti offre in pochi minuti una nutrizione completa, ipocalorica e pratica.

Fitness

Lo stato di forma fisica generale è un altro fattore che determina la quantità di energia che abbiamo a disposizione nell’arco della giornata. Un organismo in forma utilizza le energie in modo più efficiente e quindi può contare su una maggiore vitalità per tutto il pomeriggio e anche fino a sera. Alcune persone si lamentano di essere troppo stanche per fare esercizio, ma quando le energie calano, un po’ di attività fisica ha un grande effetto tonificante. Inoltre, l’esercizio fisico regolare favorisce un sonno qualitativamente migliore e più riposante che ci farà svegliare più carichi e vitali. Può sembrare paradossale, ma fare più esercizio fisico aumenta la carica di energia.

Una maggiore vitalità e una migliore forma fisica non solo ci consentono di fare più cose, ma anche di farle più speditamente, lasciandoci più tempo da dedicare a noi stessi. Non è forse quello che tutti desideriamo?

Luigi Gratton - Vice Presidente per la formazione nutrizionale Herbalife (NAB)

A presto da Blogger Markus

mercoledì 18 maggio 2011

Un Equilibrio Perfetto


Mantenersi attivi aiuta a rimanere in forma e controllare il peso. In generale, più si è attivi e più si vive bene e in forma. Le prime volte l’esercizio fisico può provocare qualche dolore se i muscoli non sono abituati allo sforzo. È un fenomeno passeggero, non farti scoraggiare.

I vantaggi dell’esercizio

- Un regolare regime di fitness aiuta ad avere una migliore forma fisica e a migliorare la postura, riducendo così l’insorgere di possibili problemi di carattere ortopedico.
- Un regolare regime di fitness aiuta ad avere una migliore forma fisica e a migliorare la postura, riducendo così l’insorgere di possibili problemi di carattere ortopedico.
- Un regolare regime di fitness favorisce l’efficienza del sistema cardiovascolare, rafforza la muscolatura e migliora l’agilità di tutto il corpo.
- L’esercizio inoltre aumenta la capacità di concentrazione e può migliorare la produttività nel lavoro.
- L’attività fisica stimola il rilascio di endorfine, che favoriscono una sensazione di felicità e positività e promuovono il benessere.
- Non importa se hai 20 o 50 anni: chiunque può fare attività fisica. Non è mai troppo tardi per iniziare.
- L’esercizio regolare durante il giorno può aiutare a dormire meglio la notte.
- Si consiglia di consultare un medico prima di intraprendere un regime di attività fisica; chiedi ad un personal trainer qualificato dei consigli sugli esercizi più adatti al tuo corpo.
- Gli esperti raccomandano di fare almeno 30 minuti di attività fisica ogni giorno. Ma l’esercizio da solo non è sufficiente a garantire uno stile di vita più sano. Occorre anche seguire un’alimentazione bilancia

L’importanza di un’alimentazione sana

Una dieta equilibrata, sana e nutriente è essenziale per il benessere fisico, mentale e psicologico. Una dieta equilibrata consiste in un adeguato apporto di vitamine, minerali, fibre, proteine, acidi grassi ‘sani’ e micronutrienti. Una dieta poco sana a base di cibi salati o ricchi di grassi saturi può favorire l’insorgere di problemi di salute. Problemi di obesità e stress sono solo due tra le possibili conseguenze di una dieta inadeguata.

I piani alimentari svolgono un ruolo importante per gli atleti, il cui corpo, essendo sottoposto regolarmente a grandi sforzi, ha bisogno di un maggiore apporto di energie per sostenere l’esercizio fisico. Stanchezza e difficoltà di concentrazione sono indizi frequenti di un apporto inadeguato di energie. Durante l’attività fisica l’organismo ha bisogno di energia per stimolare lo sviluppo muscolare.

Herbalife è consapevole che a volte può essere difficile applicare tutti i dettami di uno stile di vita sano. Per questo offre integratori alimentari formulati scientificamente che aiutano a soddisfare il fabbisogno quotidiano di vitamine e minerali. Contatta oggi stesso un Distributore Indipendente Herbalife per scoprire come seguire una dieta sana.

lunedì 16 maggio 2011

Formula1 SPECIALE "da viaggio"


Con questi due prodotti si può fare un pasto sostitutivo, integrativo oppure degli spuntini extra, ricchi di nutrienti e poveri di calorie, a seconda delle necessità (una porzione ha circa 200/250 kcal).
Un frullato o una barretta contengono proteine isolate della soja ad alto valore biologico, 18 amminoacidi essenziali, 72 micro e macro nutrienti, tutti i più importanti complessi vitaminici e una straordinaria varietà di minerali.
Formula 1 è facile da miscelare con acqua, latte di soja, succo di frutta non zuccherato, spremute. Si può variare la densità del "frullato": liquido come una bibita oppure denso come una mousse. Formula 1 è disponibile in bustine in 2 gusti (Vaniglia e Crema Biscotti) ed in barretta in 2 gusti (Cacao oppure Yogurt e Frutti Rossi).
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Formula 1

E' un prodotto dietetico con il quale si possono fare dei pasti ipocalorici, in sostituzione dei cibi tradizionali, oppure degli spuntini extra, ricchi di nutrienti e poveri di calorie, a seconda delle necessità (una porzione ha circa 200 kcal).
Contiene proteine isolate della soja ad alto valore biologico, 18 amminoacidi essenziali, 72 micro e macro nutrienti, tutti i più importanti complessi vitaminici e una straordinaria varietà di minerali. E' estremamente digeribile ed assimilabile.
Apporta una ideale percentuale di carboidrati di pronto utilizzo con un ridottissimo apporto calorico (poco più di 200 kcal a porzione) ed una certa quantità di carboidrati a rilascio lento, per garantire un apporto costante di energia.

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domenica 15 maggio 2011

L’esercizio fisico nella vita di tutti i giorni

Problema di orari
Pur sapendo quanto sia importante una vita sana ed una regolare attività fisica, molti di noi semplicemente non hanno il tempo necessario. Chi fa un lavoro stressante con lunghi orari, ha serie difficoltà a dedicarsi all'attività fisica. Tuttavia, se si è sufficientemente motivati, è possibile riuscire a inserire l’esercizio nella vita quotidiana. Ecco alcuni semplici cambiamenti che si potrebbero adottare.

Semplici modi per riuscire a fare esercizio
- Iscriversi ad una palestra o piscina comunale è un’ottima soluzione per fare attività fisica regolare senza spendere un patrimonio.
- Vai al lavoro a piedi invece che con l’autobus oppure parcheggia l’auto un po’ più lontano dall’ufficio.
- Per salire in ufficio, fai le scale invece di prendere l’ascensore.
- Il giardinaggio così come i lavori “fai-da-te” sono un ottimo passatempo e un modo formidabile per mantenersi in forma.

Trovare le giuste motivazioni
- Se lavori in un ufficio, cerca un collega che sente la tua stessa esigenza di fare un po’ di moto tutti i giorni. Spronatevi a vicenda per andare in palestra ogni giorno a orari fissi; pranzate con cibi sani o dedicate parte della pausa pranzo ad una camminata.
- Se hai le giornate piene di impegni perché devi accudire i figli, cerca di trasformare le normali incombenze quotidiane in esercizi di fitness. Fai una camminata a passo spedito con il passeggino; svolgi con energia i lavori domestici o partecipa ai giochi sfrenati di tuo figlio.
- Se è da un po’ che non fai esercizio regolare, inizia con le attività che ti piacciono di più e non esagerare mai all’inizio. Non devi fare per forza jogging, piscina o corse in campagna.
- Iscriversi ad un corso di fitness è un buon modo per socializzare e fare nuove amicizie. Molte palestre offrono allenamenti personalizzati con un esperto. Un personal trainer può aiutarti a stabilire obiettivi e traguardi di forma realistici.
- Imponiti ogni settimana di salire le scale senza rimanere a corto di fiato o a fare ogni volta due bracciate in più in piscina. Annota sempre tutti i tuoi progressi.

COLAZIONE EQUILIBRATA

Di cosa ha bisogno il nostro organismo, al risveglio?
L'organismo è composto da un trilione di cellule che necessitano di nutrienti differenti durante il giorno: serve cioè un'alimentazione sana e funzionale al benessere dell'organismo attraverso livelli equilibrati di vitamine, minerali, carboidrati, proteine, grassi "buoni", fibre e anti-ossidanti. Quindi è fondamentale iniziare a fornire questi nutrienti FIN DAL PRIMO MATTINO al nostro corpo.
L'acqua è vitale: coadiuva la digestione, l'assorbimento dei nutrienti e l'eliminazione delle tossine. Per mantenere il giusto equilibrio idrico, bisognerebbe berne ogni giorno circa 2 litri. E' NECESSARIO reintrodurre dei liquidi poco dopo il risveglio mattutino.

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mercoledì 11 maggio 2011

Invecchiamento cutaneo: intervista al Dr. Paolo Giacomoni



Parliamo con il Dr. Giacomoni, Direttore Ricerca e Sviluppo dei Laboratori Clinique, di invecchiamento cutaneo e delle nuove tecnologie che ci aiutano a combatterlo.
Il Dott. Giacomoni, Direttore della Ricerca dei Laboratori Clinique negli Stati Uniti, è responsabile della ricerca di biologia cellulare e molecolare.




Nato a Milano, ha ottenuto un Master in Fisica Atomica presso l’Università di Milano e un dottorato in Biochimica presso l’Università di Parigi. Ha proseguito i suoi studi post-universitari negli Stati Uniti.
Prima di collaborare con Clinique, ha trascorso 12 anni in Italia ed in Francia come ricercatore di biologia sui problemi legati all’invecchiamento, svolgendo la sua attività sia in università che presso aziende private.

Cosa si può dire dell’invecchiamento cutaneo?
Innanzitutto, bisogna ridurre il più possibile gli stress endogeni ed esogeni. Inoltre, è necessario usare prodotti che agiscono in sincronìa con i cicli naturali della pelle per aiutarla a contrastare al massimo i fattori ambientali. Riuscire ad ridurre il carico ambientale sulla pelle e, contemporaneamente, massimizzare la sua performance consente di ottenere il meglio per la pelle di ogni età.

Qual è la differenza fra stress mentale e stress ambientale e quanto influisce sul processo di invecchiamento?
L’invecchiamento cutaneo è una combinazione di due fattori: invecchiamento ambientale ed invecchiamento naturale. La componente ambientale è collegata a fattori esterni ed interni: i primi sono raggi UV, ozono, fumo e altre forze ambientali che contribuiscono, dall’esterno, ad invecchiare la pelle soprattutto con l’azione dei radicali liberi e delle microinfiammazioni. I fattori interni, invece, dipendono dallo stress mentale e si traducono in danni al sistema di riparazione cutanea attraverso il sistema nervoso. Le ricerche hanno dimostrato, ad esempio, che la riparazione della barriera idrolipidica nelle donne in fase di divorzio o alla fine di un rapporto di coppia incontra maggiori difficoltà e richiede un tempo superiore a quello normale. Grazie a numerosi studi scientifici, oggi sappiamo che lo stile di vita personale si ripercuote direttamente sulla velocità di invecchiamento e che esiste un percorso biologico ben distinto in cui lo stress mentale contribuisce a danneggiare visibilmente la pelle.

Quindi, lo stress quotidiano è un’aggravante dell’invecchiamento naturale?
Se l’invecchiamento è naturale, diminuisce la capacità di resistere e riparare i danni causati dagli agenti esterni. Quando si invecchia, aumenta la percentuale di danni di tipo cumulativo perché diminuisce la capacità di autoriparazione. Questo perché il meccanismo di riparazione è sempre sotto pressione e lo stress rallenta la capacità potenziale di tornare al punto di partenza. Il carico dello stress è costante, ma aumentano i danni dell’invecchiamento perché si riduce drasticamente la capacità di resistere. Quando si intersecano queste due linee, i danni diventano sempre più visibili.

Cosa succede alla pelle in fase di riposo?
La pelle è sottoposta ad una serie di attività: aumenta il flusso sanguigno, maggior consumo di ossigeno, incremento dell’attività metabolica e aumento della trasudazione. Questi fattori indicano che la pelle si sta preparando a ripararsi e a rigenerarsi: l’azione naturale a cui la pelle deve dedicarsi durante la notte è riparare i danni causati durante il giorno e preparare una riserva energetica a cui attingere il giorno seguente. La fase di riposo è fondamentale ai fini della riparazione.

Che funzione ha il buio sul processo di riparazione?
Sull’argomento si stanno svolgendo diverse ricerche. Certamente – e naturalmente – il buio è un momento in cui tutto rallenta e riposa. La fase di riposo è fondamentale per la maggior parte degli esseri viventi perché è il momento in cui si attivano i processi di riparazione e rinnovamento. Nelle ore diurne si è esposti a stress mentale e ad altri stimoli costanti che possono avere ripercussioni sulla pelle, oltre all’esposizione agli agenti esterni: raggi UV, ozono, inquinamento ecc. Il fattore ambientale, in genere, è solo in parte collegabile all’invecchiamento cutaneo. Di notte – al buio – non si è esposti a radiazioni UV, il livello dell’ozono si abbassa e quando si riposa fisicamente anche la mente si rilassa. Quindi, esiste un ciclo buio-luce. La natura è veramente potente e la cosa migliore da fare è seguirla.

Quali sono i principali fattori che abbassano il livello di energia nella pelle?
I fattori sono diversi. L’invecchiamento; lo stress ambientale; un costante livello di irritazione… se la pelle è sempre costretta a difendersi, utilizza l’energia per proteggersi anziché ripararsi per mantenere il giusto equilibrio della pelle

Perché la pelle ha bisogno di energia?
Durante il giorno, raggi UV, inquinamento, fumo, alcol e stress mentale abbassano il livello di energia, trasformandosi a loro volta in microinfiammazioni e invasione di radicali liberi. Questo accelera i segni dell’invecchiamento. Di notte, i cicli della pelle di riparazione e rinnovamento aiutano a ridurre i danni causati di giorno. Spesso la pelle, soprattutto quando si invecchia, manca di una sufficiente riserva di energia che le consenta di funzionare in modo ottimale. Provate ad immaginare di rimanere senza benzina: proprio come un’automobile, anche il corpo è una macchina che richiede costantemente del carburante. Se quel carburante viene utilizzato per combattere le aggressioni degli stress ambientali, l’attività riparatrice viene accantonata. Solo quando il serbatoio è completamente pieno, la pelle funziona al meglio, sia per difendersi che ripararsi.

Quando si potenzia l’energia della pelle, migliora proporzionalmente anche l’attività della pelle?
Indirettamente sì. Quando si applica sulla pelle un prodotto con un’alta percentuale di ingredienti energetici, ecco che tutto ciò che si usa agisce meglio.

Anti-ossidanti ed anti-irritanti sono tanto importanti?
Non è una novità ‘assoluta’, ma anti-ossidanti ed anti-irritanti sono l’essenza di ogni buon prodotto per la cura della pelle perché aiutano ad attenuare l’invecchiamento visibile diminuendo il livello cronico di irritazione. Quindi, rallentando questo processo oltre alla distruzione del collagene e dell’elastina, si riuscirà anche a ritardare la formazione delle macchie d’età. È provato che un costante livello di stress e di irritazione svolge un ruolo primario nel processo di invecchiamento cutaneo. Gli anti-ossidanti sono usati per diminuire la presenza dei radicali liberi che accompagna la reazione irritativa. Limitando l’estensione dei danni ossidativi durante lo stress e l’irritazione, anti-ossidanti ed anti-irritanti contribuiscono a ritardare la comparsa dei segni visibili di invecchiamento.

domenica 8 maggio 2011

La conservazione degli alimenti





La dispensa deve essere un luogo fresco ed asciutto, con una temperatura intorno ai 10 gradi, perciò se avete possibilità di scegliere la collocazione, sistematela su una parete rivolta verso nord oppure ad est, e usate invece gli armadietti sopra i caloriferi o esposti al sole pomeridiano, per mettere stoviglie e pentole e non cibo.





E' molto importante la conservazione degli alimenti ed ecco le regole fondamentali per conservare nel miglior modo possibile il valore nutritivo degli alimenti:

- acquistate alimenti freschi soltanto nelle quantità che userete subito oppure che potete mettere nel frigorifero;
- lavate bene gli alimenti, ma velocemente. Non lasciateli a bagno;
- pelate la frutta e la verdura soltanto se è veramente necessario e tritate, grattuggiate, affettate soltanto gli alimenti ben freddi ed al momento di servirli o di cuocerli;
- se dovete preparare dei cibi in anticipo, copriteli perchè non siano a contatto con l aria e metteteli in frigorifero;
- non aggiungete mai il bicarbonato di sodio alle verdure: distrugge la vitamina C e molte del gruppo B.
- se bollite la verdura, immergetela in poca acqua già in ebollizione e una volta cotta, non buttate mai l acqua ma usatela per preparare una minestra o una salsa;
- fate cuocere i cibi il meno possibile e scaldateli rapidamente. Le verdure surgelate fatele cuocere senza scongelarle.

COME CONSERVARE IN FRIGORIFERO? Coprite gli alimenti con un foglio di pellicola o di carta alluminio prima di metterli in frigo. Se si tratta di cibi cotti, fateli prima raffreddare. la carne cruda ed il pesce devono essere messi nella parte alta, quella più fredda del frigo. La carne cotta nello scomparto centrale mentre le insalate e le verdure nella parte inferiore. Aprite il frigorifero il meno possibile, per evitare sbalzi di temperatura.

Lo sapevate che: il latte va conservato in bottiglia o altro recipiente ma sempre chiuso, le uova meglio posizionate con la punta in basso e mai mettere in frigo le banane!

A presto, Blogger Markus

mercoledì 4 maggio 2011

Bimbi dormono meno, 30% ha problemi sonno

Il sonno dei bambini e' sempre piu' difficoltoso, breve e difficile. Dovrebbero dormire almeno 8 ore per notte ma spesso ne dormono meno, 6-7 ore, perche' vanno a letto sempre piu' tardi. Situazione che si complica con l'adolescenza, quando con discoteche e uso dei computer fino a tardi si finisce per andare a letto molto tardi, alterando i cicli di sonno-veglia, con ripercussioni comportamentali che possono tramutarsi in disturbi psichiatrici.

A lanciare l'allarme e' Maria Pia Villa, direttore del centro del sonno dell'ospedale Sant'Andrea di Roma e coordinatrice del gruppo di studio di medicina del sonno della Societa' italiana di pediatria. ''Quando si dorme male, si va a letto tardi e si sta troppo tempo davanti al pc, si crea una situazione di ipereccitabilita' - spiega la pediatra - ed eccessivo lavoro mentale che non fa bene. Con l'andare in discoteca, da cui si torna alle 3-4 di notte, i cicli di sonno veglia si alterano, con gravi problemi che possono diventare psichiatrici''.
Ma le difficolta' nel sonno iniziano gia' prima dell'adolescenza. Nelle famiglie infatti, lamenta Villa, l'orario del sonno viene sempre piu' spesso ritardato e ''non si preparano i bambini al sonno - continua - Al contrario, magari gli si fanno vedere film paurosi, o li si fa assistere a discussioni. C'e' molta disattenzione su questo''.
Senza considerare poi i problemi che possono rendere difficoltoso il sonno dei piu' piccoli, come l'insonnia, le parasonnie e i disturbi respiratori. Nei primi 2 anni di vita infatti l'insonnia colpisce il 20-30% dei bambini, il 10-15% fino a 3 anni, mentre i problemi di russamento e apnee notturne interessano dal 3 al 27% dei piccoli in eta' prescolare. Ci sono poi le parasonnie, come ad esempio il sonnambulismo, il parlare di notte, svegliarsi con tremore, legati a situazioni di eccitabilita' dei neuroni, che colpiscono con frequenza circa il 2-3% dei bambini, anche se il 20-30% almeno una volta nella vita ha avuto uno di questi episodi.
''L'insonnia e' il problema che emerge maggiormente - spiega - perche' disarticola la vita delle famiglie''. Ma il vero problema, sottovalutato, sono i disturbi respiratori del sonno, che se non curati, possono provocare ''disturbi di attenzione, irritabilita' fino a problemi cardiocircolatori e neurologici in eta' adulta''. I problemi respiratori sono causati generalmente da adenoidi e tonsille ingrossate, o anche da una particolare conformazione della testa, con palato ogivale molto alto, naso piccolo e mandibola stretta, che portano ad un'ostruzione respiratoria nel sonno.
''Quando il bambino russa - continua Villa - dopo fa delle pause respiratorie, che provocano una scarsa ossigenazione, con danni neurologici e cardiovascolari a lungo andare''. Perche' i bambini abbiano un buon sonno, e' bene che i genitori li facciano mangiare ad un orario prefissato, non gli diano troppi liquidi e gli facciano il bagno prima di cena, evitando alimenti piccanti e bevande eccitanti. ''Ci sono poi quelli che chiamiamo gufi e allodole - conclude Villa - cioe' chi si addormenta o si alza tardi e chi si sveglia presto. E' bene rispettare questi loro ritmi nel limite del possibile. Chi per indole si alzerebbe tardi ma deve farlo presto, puo' ad esempio recuperare con il sonnellino pomeridiano''.

domenica 1 maggio 2011

DIFENDITI DAL MAL DI TRAFFICO!

Il luogo più pericoloso per la tua salute? L'auto, senza dubbio. Almeno stando ai risultati di una ricerca condotta dall'Istituto Doxa per l'Osservatorio TomTom su un campione di 738 italiani tra i 18 e i 65 anni d'età: 1 su 2 ha risposto di considerare l'auto come la causa dei suoi malanni. Che vanno da uno stato di stanchezza cronica per le ore passate al volante (64% dei casi) a un persistente mal di schiena (47%), da frequenti attacchi di mal di testa (45%) a difficoltà respiratorie (15%) e allergie (10%).

Il problema. Ma l'auto non mette a dura prova solo il fisico. Le ore al volante mandano in tilt anche il sistema nervoso, e non solo per le scontate incavolature al volante: se infatti il 49% degli automobilisti interpellati ha ammesso di riscontrare un aumento dell'aggressività mentre è alla guida, c'è stato pure un 20% che ha confessato di aver avuto almeno una crisi d'ansia in mezzo al traffico (20%) se non addirittura un vero e proprio attacco di panico (15%).

La conferma. Che l'auto metta a repentaglio la salute emerge anche da un'altra indagine commissionata alla Doxa proprio da una casa automobilistica, la Opel, e condotta su un altro campione di 1.001 italiani dai 18 anni in su: in questo caso, dopo la sicurezza dei bambini (31%), sono il mal di schiena (15%) e  l'indolenzimento delle gambe (9%) i principali problemi che vengono collegati al comfort (o meglio mancato comfort) di un'automobile. Dalla stessa indagine emerge poi la quantità di ore passate al volante: 4,6 alla settimana in media, con il dato che sale a 6,9 per chi si reca in auto al lavoro e con un 18% degli interpellati che supera serenamente (si fa per dire...) le 8 ore.

Le soluzioni. Che fare per ridurre i malanni da traffico? Oltre a cercare di prendersela un po' meno con gli altri automobilisti (mica facile, ma ci puoi provare), ecco qualche efficace rimedio.


MAL DI SCHIENA? NO, GRAZIE
Il mal di schiena ti perseguita? Purtroppo non esiste un vaccino per metterti al riparo da lombalgie e sciatalgie, però ci sono alcune precauzioni che ti consentono di scongiurare gli attacchi ed evitare di ritrovarti immobile e dolorante a letto. Ad esempio...

In ufficio
Che tu sia seduto alla scrivania o in piedi ad ascoltare la ramanzina del direttore, non rimanere nella stessa posizione per più di qualche minuto. Se sei al desk, appoggiati allo schienale e poi inarcati in avanti per flettere i muscoli della schiena, o ancora meglio alzati per fare quattro passi (ti basta arrivare alla macchinetta del caffè e tornare indietro); se sei sull'attenti, sposta l'appoggio da un piede all'altro, cambiando posizione più spesso che puoi.

Nello sport
Se sei predisposto agli attacchi di malo di schiena, meglio evitare attività ad alto impatto sulla colonna vertebrale (come ad esempio il basket, la mountainbike o lo snowboard). Anche il running non è l'ideale, ma nel caso cerca almeno di correre su terreni morbidi anziché sull'asfalto.

Sotto sforzo
Non ci sono prove che le cinture per la schiena aiutino a prevenire i problemi se fai uno sforzo. Molto meglio invece sollevare gli oggetti pesanti (al supermercato come durante i workout) flettendo le ginocchia e tenendoli il più possibile vicino al corpo: così facendo, eviterai infatti di sollecitare troppo i muscoli lombari, ritrovandoti poi ko.

In palestra
Mantenere forti e flessibili i muscoli centrali del corpo - cioè di schiena, addome e bacino - è il modo migliore per tenere lontani gli attacchi di mal di schiena

Nel traffico
Le vibrazioni dell’automobile e soprattutto il restare seduto nella stessa posizione a lungo sono un vero attentato non solo ai tuoi nervi, ma anche alla salute della tua schiena. Quando guidi per lunghe distanze, fai allora pause frequenti per scendere dall'auto e fare quattro passi. E se rimani in un ingorgo, prova questi esercizi di stretching per dare sollievo al collo e al resto della muscolatura.

“Per non sentire la stanchezza, quando guido cerco sempre di mantenere una circolazione sanguigna ottimale” dice Sebastian Vettel, pilota di Formula 1. Fai così: lo sterzo deve stare a una distanza tale che le braccia siano appena piegate, per non affaticarle, e per non mettere in continua tensione il collo regola il sedile a un’altezza che consenta agli occhi di guardare poco più in alto del volante. Inoltre prima di partire o durante le soste (e sempre ad auto ferma e spenta) fai stretching, eseguendo 3 serie da 10 ripetizioni per ciascuno dei seguenti esercizi, mantenendo la posizione per qualche secondo.

Stretching per il collo: fletti il capo a destra spingendo, sul lato opposto, con la mano sinistra. Ripeti dall’altro lato.

Stretching per le braccia: stendile sul volante con il busto appoggiato allo schienale. Spingi verso il basso.

Stretching per la schiena: afferra con la mano destra il lato sinistro del volante, ruota il busto verso sinistra mentre tiri. Ripeti sull’altro lato.

Stretching per i glutei: sposta il peso del corpo a destra e contrai il gluteo sinistro. Poi ripeti anche dall’altro lato.
 

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A presto Blogger Markus

articolo tratto da menshealth.it